L’immunità di gregge è la capacità di un gruppo di resistere all’attacco di un’infezione, grazie allo sviluppo di anticorpi in gran parte della popolazione.
Pertanto, una volta raggiunto un certo livello di copertura vaccinale si possono ritenere protette anche le persone non vaccinate. Se la maggioranza degli individui è vaccinata, infatti, limita la circolazione di un agente infettivo, andando a tutelare anche quelle persone che, per particolari condizioni di salute, non possono sottoporsi a vaccinazione. Questo meccanismo determina la riduzione ed il conseguente arresto della diffusione di una malattia infettiva contagiosa.
Nel caso di COVID-19 sarebbe possibile raggiungere l’immunità di gregge senza vaccinazione?
L’immunità di gregge, in generale, può essere ottenuta sia con le vaccinazioni che in maniera spontanea, ma in quest’ultimo caso il prezzo da pagare, in termini di sofferenza e perdita di vite, sarebbe altissimo.
Per raggiungere l’immunità di gruppo senza vaccinazione, invero, dovrebbe essere esposta al virus una fetta molto ampia di popolazione; questo causerebbe un rialzo notevole della mortalità e un sovraccarico delle terapie intensive, da cui scaturirebbe una saturazione del sistema sanitario. Si verrebbe, sostanzialmente, a creare una situazione analoga a quella avvenuta un anno fa, quando l’epidemia colse tutti di sorpresa e il virus ebbe un’iniziale circolazione incontrollata in alcune aree geografiche, Lombardia in primis.
A farne le spese sarebbero in special modo le fasce più fragili della popolazione, ossia gli anziani e le persone affette da gravi patologie, come i malati oncologici e i pazienti cardiopatici.
Il vaccino, al contrario, consente il conseguimento dell’immunità di gregge attivando nell’organismo dei soggetti cui viene somministrato la “memoria immunologica” del virus. I vaccini sono costituiti da sostanze che sollecitano il sistema immunitario a scatenare una risposta conforme a quella che verrebbe stimolata dall’agente patogeno. In tal modo, l’organismo diviene capace di ricordare e riconoscere il patogeno in questione attivando, in caso di aggressione, una risposta immunitaria celere e adeguata.
Man mano che aumenta il numero dei vaccinati e, quindi, degli immuni diminuisce la progressione dell’agente infettivo, fino ad arrivare a un’immunizzazione quasi completa della popolazione, che garantisca protezione anche alla fascia più debole e non vaccinata della comunità.
Quando raggiungeremo l’immunità di gregge?
Nei mesi a venire sarà possibile avvicinarsi sempre di più alla realizzazione dell’immunità di gregge, però bisogna mettere in conto diverso tempo ancora.
Si stima che per raggiungerla debba vaccinarsi almeno il 65-70% della popolazione (il virus SARS-CoV-2 ha una capacità di trasmissione della malattia dieci volte inferiore al virus del morbillo, per il quale l’immunità di gregge viene ottenuta con il 95% delle persone vaccinate), tuttavia le quantità dei vaccini disponibili sono ancora esigue. Si auspica, dunque, che la campagna vaccinale per prevenire COVID-19 avviata nel nostro Paese proceda, nei prossimi mesi, ad una maggiore velocità.
Coloro che si sottopongono al vaccino devono mantenere misure di protezione individuale?
Assolutamente sì. Non vi sono finora risposte certe su quanto il vaccino protegga dall’infezione, dalla malattia e dal rischio di trasmettere il virus pur in assenza di un quadro sintomatico. Per le suddette motivazioni, ai cittadini è richiesta ancora la massima prudenza nei comportamenti individuali. Si raccomanda, pertanto, l’adozione di buone pratiche igieniche e sanitarie, così come l’utilizzo della mascherina e il mantenimento del distanziamento sociale.
Tutto ciò allo scopo di frenare l’avanzata del virus e di raggiungere la tanto attesa immunità di gregge.