Con l’espansione dei social media e delle comunicazioni digitali, il cyberbullismo è emerso come una delle nuove sfide sociali più complesse e devastanti. A differenza del bullismo tradizionale, questo fenomeno sfrutta l’anonimato e la persistenza del web, che può amplificare e prolungare l’impatto dell’aggressione. E mentre spesso pensiamo al cyberbullismo come un problema legato ai giovani, è importante ricordare che questo tipo di violenza colpisce anche gli adulti.
Cos’è il cyberbullismo?
Il cyberbullismo è l’uso di strumenti digitali per molestare, intimidire o umiliare intenzionalmente qualcuno. Può manifestarsi attraverso l’invio di messaggi offensivi, la condivisione di contenuti denigratori o l’esclusione da comunità virtuali.
La Dottoressa Elizabeth Englander, psicologa e direttrice del Massachusetts Aggression Reduction Center, ha spiegato che “la caratteristica unica del cyberbullismo è che può diffondersi in un attimo e raggiungere un pubblico enorme, ampliando e amplificando il danno psicologico”. Questo è ciò che lo rende particolarmente pericoloso e difficile da combattere.
Cyberbullismo tra adulti: un fenomeno spesso sottovalutato
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, il cyberbullismo non è un fenomeno limitato ai ragazzi. Anche tra gli adulti, specialmente nelle dinamiche di gruppo e in contesti come il lavoro, si possono verificare episodi di cyberbullismo che portano a isolamento e sofferenza. In ambito professionale, ciò può includere la diffusione di false informazioni, messaggi molesti o l’esclusione intenzionale da riunioni e progetti importanti.
“L’anonimato online ha permesso a molte persone di fare cose che non farebbero mai nella vita reale. Questo ha trasformato Internet in una zona grigia per la nostra etica e il nostro comportamento.”
— Tim Berners-Lee, inventore del World Wide Web, durante un’intervista con The Guardian nel 2019.
Esempi di Cyberbullismo
Diffamazione pubblica
Un esempio comune è quando qualcuno usa i social media per screditare pubblicamente una persona, ad esempio accusandola di atti non commessi o diffondendo false voci.
Questo fenomeno è ben illustrato dal caso di Monica Lewinsky, che ha dichiarato: “Sono stata una delle prime vittime di cyberbullismo. Le persone online non hanno avuto pietà e i commenti offensivi sono diventati parte della mia vita quotidiana” (Vanity Fair, 2015).
Stalking e molestie online
Gli stalker online utilizzano piattaforme digitali per monitorare, seguire e contattare costantemente le vittime, rendendole insicure e vulnerabili.
Questo tipo di comportamento invasivo e opprimente è una forma di cyberbullismo, e può sfociare in violenza psicologica grave.
Furto di identità e profilo fake
Alcune persone creano falsi profili con l’identità della vittima per danneggiare la sua reputazione. Questa pratica è considerata cyberbullismo, ed è penalmente perseguibile in diversi Paesi.
Gli effetti psicologici del cyberbullismo
Gli effetti psicologici del cyberbullismo sono profondi e spesso devastanti. Secondo il Dr. John Grohol, fondatore di PsychCentral, “il cyberbullismo colpisce l’autostima della vittima, la sua sicurezza e la sua capacità di fidarsi degli altri“.
Poiché il contenuto offensivo può rimanere online per sempre, le vittime vivono una costante ansia che rende difficile il processo di guarigione.
Le conseguenze possono includere:
- depressione e ansia: I continui attacchi erodono l’autostima e possono portare a sintomi di depressione e ansia cronica.
- isolamento sociale: Le vittime spesso scelgono di isolarsi per evitare ulteriori umiliazioni e critiche, aggravando il proprio senso di solitudine.
- perdita di autostima: Il cyberbullismo mina la percezione di sé e può portare la vittima a credere nelle accuse o nelle critiche mosse contro di lei.
Come difendersi dal cyberbullismo
Difendersi dal cyberbullismo è possibile e richiede calma e strategia. Vediamo come attuare le difese:
- Documentare tutto: È essenziale raccogliere prove di qualsiasi attacco ricevuto: screenshot, messaggi e-mail o commenti. Questi documenti possono essere fondamentali in caso di denuncia.
- Usare le funzioni di blocco e segnalazione: Le principali piattaforme social permettono di bloccare gli utenti molesti e segnalare contenuti offensivi. Questo semplice gesto può aiutare a limitare l’impatto degli aggressori.
- Impostare privacy rigorose: Limitare la visibilità dei profili sui social network può aiutare a ridurre i rischi. Per esempio, impostare profili privati e condividere solo con persone fidate può proteggere meglio dalle aggressioni.
- Educarsi e sostenersi a vicenda: Essere consapevoli del fenomeno del cyberbullismo aiuta a reagire con prontezza e a sostenere chi è in difficoltà. La psicoterapeuta Ellen Hendriksen, esperta in salute mentale online, suggerisce: “Parlare apertamente del problema, cercare supporto e costruire una rete di relazioni sane è una delle difese più potenti che possiamo avere”.
- Denunciare i comportamenti molesti: Il cyberbullismo è punito penalmente in molti Paesi, e rivolgersi alle autorità può essere una soluzione necessaria. In Italia, per esempio, la legge tutela chi è vittima di stalking e molestie, anche digitali.
Il ruolo della Società e dell’educazione
Il cyberbullismo è un fenomeno che non può essere combattuto solo con le leggi. Serve un cambiamento culturale ed educativo per insegnare il rispetto e la responsabilità digitale. Papa Francesco, durante una conferenza internazionale contro il cyberbullismo, ha dichiarato: “Ogni insulto è una ferita, ogni umiliazione un passo indietro per la dignità umana. Dobbiamo insegnare ai nostri figli a essere costruttori di pace, anche nel mondo digitale” (Udienza Generale, 2018).
Conclusione
Il cyberbullismo è una forma di violenza nascosta ma devastante, che può colpire chiunque, indipendentemente dall’età. È un problema che richiede consapevolezza, educazione e un forte supporto psicologico per le vittime. Diffondere una cultura del rispetto e dell’empatia, tanto online quanto offline, è il primo passo per combattere questa piaga.
“Internet dovrebbe essere un luogo sicuro per tutti, dove poter esprimere se stessi senza paura di essere perseguitati o umiliati.”
— Sundar Pichai, CEO di Google, durante un’intervista su iniziative contro il cyberbullismo (BBC News, 2019).
Insieme, possiamo creare una rete più sicura, in cui nessuno si senta solo di fronte al bullismo digitale.